Il prezzo dei carburanti continua a scendere a causa del crollo delle quotazioni del petrolio, ma a gennaio scatterà l’aumento delle accise.
Continua il calo del costo dei carburanti nella linea distribuzione italiana, anche se con un ritmo meno elevato di quello registrato nelle ultime settimane. Dopo il ribasso effettuato da Eni, anche altre compagnie hanno modificato al ribasso i propri listini: TotalErg ha diminuito il costo della benzina verde di 1 centesimo, Q8 di 1,5 centesimi, Tamoil 2 centesimi, Esso 1 centesimo e Shell 1,5 centesimi. Visitando le singole pompe di benzina, scopriamo che i prezzi della benzina al “servito” oscillano da un minimo di 1,670 euro/litro di Eni, ad un massimo di all’1,693 euro/litro praticato da Tamoil, invece i distributori “no logo” registrano una media pari a 1,527 euro/litro.
Il calo è da attribuire al crollo dei prezzi del petrolio, sceso nelle ultime settimane da oltre 100 dollari al barile fino a quota 67 dollari. Il problema è che i prezzi praticati dalle varie compagnie di distribuzione non scendono con la stessa rapidità e con la stessa proporzione del prezzo del greggio. La situazione diventa ancora più insopportabile quando si pensa alla situazione contraria, considerando che nei periodi in cui il prezzo del petrolio sale, le pompe di benzina risultano sempre molto rapide e solerte ad alzare il prezzo del carburante venduto.
Come se non bastasse, dal prossimo 1° gennaio 2015 scatterà il nuovo aumento delle accise sui carburanti, che porterà a 9 gli aumenti registrati negli ultimi 4 anni. Il rialzo delle accise si attesterà ad una cifra pari a 1,8 centesimi di euro al litro e sarà utilizzato per compensare in partegli introiti persi con l’eliminazione dell’IMU e non del tutto recuperati con l’aumento dell’IVA
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